Che cosa è il contact improvisation? Negli anni sessanta-settanta, anni di grande fermento e messa in discussione di valori, credenze e modi di vivere, si era messo in discussione anche il modo in cui veniva vissuto, usato e sperimentato il corpo umano. In questo momento di rinnovamento, negli Stati Uniti, è nato il bisogno di approfondire e sviluppare le possibilità di movimento sia come singoli ma soprattutto come un incontro di 2 o più persone. Le domande che questi pionieri della Contact Improvisation si sono posti sono molto semplici: cosa accade quando due persone vogliono interagire con i loro corpi? In che modo si possono sbloccare e liberare dai movimenti quotidiani standardizzati come il camminare, scrivere, digitare, salutare, sedersi… Perché abbiamo ridotto i nostri corpi ad un così misero e povero modo di essere nella quotidianità? E questa rigidità del corpo influenza la flessibilità della nostra personalità e del nostro carattere? Come mai i bambini giocano e si esprimono usando tutto lo spazio e invece gli adulti sembrano fare parte dell’architettura quadrata e precisa degli edifici e delle linee rette dello spazio quotidiano?.

Il contact improvisation è un tentativo (riuscito) di riappropriarci dei nostri corpi. In fondo è una nuova danza popolare occidentale dove la gente riesce ad esprimersi di nuovo tramite il corpo lasciando che diventi il mezzo attraverso il quale raccontarsi sorprendendo se stessi e scoprendo aspetti inesplorati del proprio sentire.

Il contact improvisation è un rito di purificazione e di spontaneità. Un ritorno a se stessi e al bambino dentro di noi. Danzare per ritrovarsi, per lasciar uscire gioie, dolori, memorie e sensazioni del momento. Tramite l’improvvisazione e questo rito di purificazione, lasciare libera la mente, sbloccarci da schemi e doveri per ritrovare i nostri movimenti naturali e non stereotipati; per giocare con noi stessi e con gli altri. Il tentativo è quello di lasciar riaffiorare la spontaneità e il bambino dentro di noi vivendo la creatività nell’immediatezza del momento lasciando da parte il “sapientone” che c’è dentro ognuno di noi o come dice Nietzsche: “Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore sapienza”

In un epoca in cui il consumismo, l’uso di alcol, di droghe (leggeri e pesanti) sembrano diventati elementi indispensabili per sentire di “esserci” e di “partecipare”, la pratica della contact improvisation si propone come un alternativa per esprimersi e socializzare, per tornare a se stessi senza bisogno di null’altro che di se stessi. E’ un riappropriarsi della propria natura.
In questo contesto le nostre performance sono molto vicine all’idea di Walter Benjamin e del suo concetto di aura come significato dell’arte che viene trasmessa allo spettatore.
Il nostro obbiettivo è che lo spettatore non partecipi solamente “guardando” ma che desideri sperimentarsi in questa danza e fare così la propria esperienza.
Per questo motivo Roma Contact oltre ad essere un gruppo di performers si connota anche come gruppo di insegnamento e divulgazione della contact improvisation e della composizione istantanea, a Roma, nel territorio nazionale e in tutta l’Europa.
(testi del comunicato: Ippokràti Veneris)

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